Il servizio civile di Sofia: “Mi sta aprendo gli occhi su tante realtà che non conoscevo”

31 Gennaio 2022
Categorie: Giovani
sofia servizio civile

Un anno in cui mettersi in gioco in nuove esperienze. Sofia ha 23 anni e e sta svolgendo un anno di Servizio civile alla Caritas diocesana, supportando, in particolare, le attività del Centro di ascolto. E’ nata Faenza, ma vive a Castel Bolognese. Ha deciso di svolgere i dodici mesi di servizio civile dopo aver finito la laurea triennale in Servizio Sociale a Bologna.

Di cosa ti occupi nel tuo servizio civile alla Caritas? 

Il mio servizio civile alla Caritas ruota attorno al Centro d’ascolto, che è il cuore della struttura. Qui vengono accolte le persone che hanno più bisogno e che si presentano per un colloquio, che può essere il primo e quindi conoscitivo, oppure di “controllo”/periodico. Il colloquio è svolto da operatori ed è lo step necessario per poter usufruire dei vari servizi che la Caritas offre: servizio mensa, vestiti, viveri, dormitorio, docce. Il mio servizio civile è inerente a tutti questi ambiti, per cui si può dire che concerne molto la relazione con l’altro. Sono quasi sempre a stretto contatto con l’utenza, ma ancora di più quando vengo coinvolta in accompagnamenti specifici di alcuni utenti (come in Questura per, ad esempio, rinnovare il permesso di soggiorno, o più semplicemente per aiutare una madre a comprare libri scolastici per i figli).

Qual è stata la cosa più bella del servizio finora? E quella più difficile? 

La cosa più bella del mio servizio sono stati i ringraziamenti e il riconoscimento che ho ricevuto da diversi utenti che ho accompagnato o a cui ho semplicemente offerto un servizio. Anche se ti trovi all’interno di una “macchina”, la Caritas, che funzionerebbe anche senza di te, ti senti parte di un qualcosa che in alcuni casi migliora la vita e la condizione di queste persone e vedere nei loro occhi quel sincero ringraziamento ti fa sentire partecipe di quel miglioramento e ne vai orgoglioso. La cosa più bella e anche più difficile è sempre la relazione: ci sono stati dei momenti in cui alcune persone si sono presentate arrabbiate e indisponenti e bisognava gestire la situazione nel migliore dei modi e cercando di restare il più calmi possibili, ma anche sufficientemente fermi nelle proprie posizioni. Sicuramente dover bilanciare questi due aspetti è stata una delle cose più complesse da dover gestire per me, ma sono anche felice di poter dire che il mio servizio civile mi è stato molto utile come allenamento in questo caso.

C’è qualche pregiudizio che hai superato entrando in contatto con la realtà del Centro di ascolto? Cosa ti ha fatto scoprire il servizio civile della realtà faentina?

Devo dire che il mio percorso universitario, Servizio Sociale, mi aveva già aperto gli occhi su questi temi e già aveva scalfito quelli che potevano essere i miei pregiudizi di allora, quindi non mi sento di aver superato qualche pregiudizio perché gli anni universitari mi avevano già aiutata in questo senso. Quello che è successo durante il mio servizio civile è aver visto con i miei occhi e conosciuto nella pratica quei temi di cui avevo trattato in triennale. Quello che più mi ha impressionato dopo mesi da che avevo iniziato servizio, è stato camminare nelle strade principali di Faenza e vederla con occhi diversi e più consapevoli. Prima di questa esperienza non mi rendevo conto di quale potesse essere la vera realtà Faentina, guardavo ma non vedevo perché non potevo sapere quale fosse la situazione di quella persona con cui incrociavo lo sguardo mentre andavo in giro per negozi o facevo un aperitivo. Ora giro lo sguardo e vedo un utente del Centro d’ascolto che frequenta la mensa, oppure una mamma che veniva la settimana prima a prendere i vestiti per i propri figli. Cambia sicuramente lo sguardo con cui si osserva la realtà che ci circonda.

Come si svolge la tua giornata tipo al centro di ascolto? 

Il bello del mio servizio civile è che ci sono diverse cose da fare, quindi non ho propriamente una giornata tipo: un giorno posso essere in accoglienza, nelle giornate dei colloqui, quindi si accolgono coloro che hanno appuntamento e li si fa aspettare in sala d’attesa, si risponde al telefono e ci si coordina con gli operatori che fanno i colloqui. Un altro giorno si può essere in magazzino per dare i viveri a chi ne ha bisogno o si possono fare i giri dei supermercati che ci danno periodicamente viveri che sono poi sistemati nel nostro magazzino e distribuiti in Caritas. Nella tarda mattinata di solito svolgo il servizio mensa, dove circa una quindicina di persone vengono per un pasto caldo da consumare all’interno oppure con la modalità take-away. Altre mattine si va a prendere il pane al forno da dare in mensa e distribuire in magazzino a chi viene a prendere i viveri, oppure si gira per Faenza per qualche commissione.

Come mai hai deciso di partecipare al bando di servizio civile? 

Ho deciso di partecipare al bando per diversi motivi, il primo è stato il covid: quando ho deciso di fare domanda avevamo molte più restrizioni di adesso e stavo vivendo un momento di stallo, per cui fare servizio civile mi avrebbe permesso di impiegare parte del mio tempo in modo utile per gli altri e dato un minimo compenso economico. In secondo luogo per il mio percorso di studi: il mondo della Caritas non è così lontano dal mondo dell’assistenza sociale, quindi volevo anche sperimentarmi in una realtà che era vicina a quella che avevo studiato e che eventualmente poteva aiutarmi in ambito di relazione con l’utenza. Per finire probabilmente ciò che più mi ha convinto è stata la testimonianza di una mia amica, che stava facendo in quel momento servizio civile al Centro d’ascolto e che mi ha raccontato della sua esperienza parlandomene molto positivamente.

Che progetti hai per il futuro?

Sarò sincera, al momento non so ancora quali possano essere i miei progetti per il futuro perché sto ancora valutando se cimentarmi nel mondo del lavoro coerentemente con il mio percorso di studi, oppure provare altre strade, lavorative o di studio.

E’ ancora aperto il bando 2022 del servizio civile: qui i 3 progetti della Caritas diocesana, 9 i posti disponibili. Scadenza il 10 febbraio. 

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