Il 14 maggio “Nuove Prospettive”: racconto di quanto emerso dall’ascolto dei giovani sul territorio

10 Maggio 2024
Categorie: Scuole

La conferenza Nuove prospettive: lo sguardo dei giovani sulla scuola, la città, il mondo, organizzata dall’ufficio Educazione alla Mondialità della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana, si pone l’obiettivo di restituire alla cittadinanza, e in particolare alle scuole e alle agenzie educative del territorio, i numerosi e interessanti stimoli raccolti a contatto con i giovani studenti. L’appuntamento è fissato per martedì 14 maggio dalle ore 17 nell’Aula 3 di Faventia Sales

Introduzione della ricerca “2032: La scuola è cambiata”

Dopo il saluto e l’introduzione degli Assessori Agresti e Laghi, interverrà Barbara Lanzoni, referente per l’Area Educazione alla Mondialità con una panoramica su quanto emerso dall’ascolto dei giovani attraverso i laboratori svolti nelle scuole; a seguire studenti delle scuole superiori di Faenza membri dell’equipe M.S.A.C presenteranno la ricerca “2032: LA SCUOLA è CAMBIATA” e Don Mattia Gallegati, incaricato per la Pastorale Vocazionale, presenterà “Bussolà”, il percorso di orientamento nelle scuole. Inoltre, sempre in rete con il territorio, interverranno anche Cristina Bacchilega, coordinatrice del Centro per le Famiglie e Claudia Melandri, psicologa AUSL del consultorio famigliare per una lettura delle risorse e delle fatiche degli adolescenti del nostro territorio riscontrate dall’apertura dello Spazio Adolescenza “UFO: Universo Fuori Onda”.

“Educare alla Mondialità’”

Presidi, professori, tutta la comunità educante, ma anche gli alunni stessi sono calorosamente invitati a partecipare: “Educare alla mondialità” significa infatti smuovere le coscienze, pungolare la persona perché si attivi per sviluppare il pensiero, nuovi stili di vita, nuovi mezzi di partecipazione e condivisione delle risorse. Significa rilanciare l’attenzione all’altro, percepito come membro di una società umana, unica ed indivisibile, promuovere valori come la solidarietà, la pace, la tutela dei diritti, la ricchezza interculturale, il dialogo interreligioso e la salvaguardia ambientale. Il principale obiettivo che ci si pone è quello di far recuperare la speranza nel cambiamento, non solo di sé stessi, ma anche della società e del mondo. Far recuperare la fiducia nelle potenzialità di ciascuno e di tutti nel trasformare la realtà che ci circonda. L’ufficio “Educazione alla Mondialità” è un’ area della Caritas che svolge un’attività pedagogica; si inserisce pienamente nella mission Caritas poiché “al di sopra dell’aspetto puramente materiale della vostra attività, deve emergere la sua prevalente funzione pedagogica” diceva Paolo VI a Caritas Italiana il 28 settembre del 1972, funzione ribadita anche nello Statuto Caritas in cui viene sottolineata “l’azione prevalentemente pedagogica” della stessa.

Imparare vivendo e la tecnica del circle-time

La metodologia usata si basa sull’“imparare vivendo” e sulla tecnica del circle-time: si dà ai ragazzi la possibilità di vivere qualche aspetto della vita e del mondo in modo simulato o giocato sperimentando direttamente i valori proposti dai laboratori. Il campo concreto di sperimentazione avviene proprio nel gruppo-classe. Attraverso i laboratori non si vogliono solo “trasmettere” dei contenuti, ma anche favorire un clima di arricchimento reciproco, perché ciascuno a suo modo possa mettersi in gioco ed entrare in una diversa prospettiva nel rapporto con l’altro e con le cose del mondo.

I laboratori svolti e le diverse tipologie messe in campo dall’Ufficio Educazione alla Mondialità

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Sono stati oltre 150 i laboratori svolti dall’ufficio Educazione alla Mondialità negli ultimi due anni scolastici (2022-23, 2023-24) nei diversi istituti di scuole secondarie di secondo grado del territorio faentino, dal Liceo “Torricelli-Ballardini” al I.T.P. “L. Bucci” fino all’I.T. “A. Oriani” all’I.P. “Persolino-Strocchi”. In quest’anno scolastico 2023-24 sono stati N.4 gli istituti con N. 78 classi incontrate (N. 21 I.T.I.P. “L. Bucci”, N. 35 Liceo “Torricelli-Ballardini”, N. 6 all’ I.P. “Persolino-Strocchi”, N.16 all’ I.T.S “A. Oriani”) per un totale di circa 1700 studenti coinvolti.

Le classi hanno affrontato, ognuna, una tra le cinque diverse tipologie di laboratori messe in campo dall’Ufficio Educazione alla Mondialità:
1. Campagna “Antisocial, social club” con la finalità di stimolare una discussione sull’uso dei social, aumentare la consapevolezza delle potenzialità e dei rischi degli stessi, oltre che dell’influenza che i trend sui social hanno sulla vita quotidiana di ciascuno

2. Laboratorio “Liberi di …, liberi da … ?” per riflettere insieme su cosa significa essere liberi di esprimersi, sui limiti della libertà in relazione alla responsabilità nei confronti del contesto sociale e relazionale e sulle modalità con cui stare nel conflitto dei valori quindi nel rispetto della libertà altrui. 3. Laboratorio “La scuola che vorrei…” per far riflettere i ragazzi sulla propria partecipazione alla vita della comunità a partire dal contesto di appartenenza che li coinvolge maggiormente nella loro fascia di età, la scuola. Si vuole ragionare sull’apporto che loro possono dare fin da subito alla loro scuola in un’ottica costruttiva e di miglioramento.

4. Laboratorio “Giovani, Cittadinanza Attiva e Volontariato” per far riflettere i ragazzi sulla propria partecipazione alla vita della comunità, approfondire cosa significa essere cittadini attivi e conoscere alcune realtà e possibilità di impegno civico nella città, anche alla luce di quanto accaduto nell’”emergenze alluvione”.

5. Laboratorio “Pronti alla partenza” per aiutare i ragazzi a prendere consapevolezza delle opportunità e delle risorse offerte dal territorio (locale, nazionale, europeo) rispetto al loro futuro, individuando strumenti utili per avventurarsi nel cammino post diploma.

La scuola che vorrei

Un particolare focus, rispetto a quanto emerso da questi laboratori, merita “La scuola che vorrei” che è stato uno dei laboratori messi in campo dall’ufficio nell’anno scolastico 2022-23 e uno dei più richiesti anche quest’anno: un segno che, sia l’istituzione, che gli insegnanti e ancora di più gli studenti è emersa la fatica con cui gli studenti stanno affrontando la scuola, soprattutto dalla pandemia in poi, indipendentemente dall’indirizzo e dall’istituto: c’è una pesantezza e una fragilità nell’accettare di essere valutati con un voto, un appesantimento nell’affrontare 5 o 6 ore seduti al banco, la voglia di utilizzare modalità diverse dalla lezione frontale come laboratori, uscite didattiche, lavori di gruppo, ricerche, ecc. I ragazzi sentono il bisogno di non essere considerati solo “vasi da riempire”, sentono il bisogno del confronto, del dibattito per affrontare anche temi di attualità, che riguardano quanto accade nel mondo o che riguarderanno la loro vita futura fuori dalla scuola. In molti sarebbero disposti a vivere le proprie giornate intere a scuola, se la scuola fosse un “luogo di vita”: moltissimi hanno proposto di iniziare un po’ più tardi la mattina oppure abolire il sabato, ma fare scuola sia la mattina che il pomeriggio con una mensa a disposizione dove mangiare e luoghi di incontro per creare relazioni nella scuola (anche con i professori); la mattina si farebbero quattro ore di lezione, per poi riprendere nel pomeriggio con attività laboratoriali, sportive, artistiche, di esperienza concreta e vissuta.

IL M.S.A.C. e la mostra “Fuori Posto”

fuoriposto

Sul tema del cambiamento nella scuola ha lavorato anche il M.S.A.C., il Movimento Studenti dell’Azione Cattolica, attraverso una ricerca intitolata “2032: la scuola è cambiata” che ha dato vita alla mostra Fuori Posto, realizzata in collaborazione con il Museo Diocesano di Faenza e con l’artista Fabrizio Dusi, allestita fino al 25 maggio nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo. Da un’opera di ascolto degli studenti delle scuole superiori faentine su come immaginano la scuola del futuro, attraverso la raccolta di tracce diffuse nelle classi dai membri MSAC, è nata un’esposizione interattiva che sta avendo tanti visitatori: docenti, classi, ma anche persone che non fanno parte del mondo della scuola.

Giovani, cittadinanza attiva e volontariato

La necessità di riformare la scuola su diversi aspetti, è emerso anche da un altro laboratorio progettato e realizzato dall’area Educazione alla Mondialità, “Giovani, cittadinanza attiva e volontariato” dove ci si confronta con i ragazzi sui cambiamenti che vorrebbero attuare nella loro città e su progetti di impegno civile e anche da questo laboratorio sono scaturiti tantissimi progetti di cui si parlerà alla conferenza del 14 maggio.

Progetto “Bussolà”

Sono molti altri gli interventi che la Diocesi di Faenza-Modigliana compie nelle scuole, oltre che attraverso la Caritas, altre Pastorali: la Pastorale Vocazionale, per esempio, ha ideato e messo in campo il progetto dal titolo “Bussolà” ovvero un percorso di orientamento che sollecita gli studenti ad interrogarsi sul proprio desiderio più autentico e ad aumentare la consapevolezza dei fattori in gioco quando si compie una scelta.

“Pronti alla Partenza”

L’orientamento al futuro è un aspetto che viene portato nelle scuole anche attraverso il laboratorio “Pronti alla partenza” della Caritas, per accompagnare i giovani e gli studenti a una più profonda conoscenza di sé e delle proprie capacità in vista delle scelte future, portando anche una maggior consapevolezza degli enti e delle opportunità formative e lavorative del territorio.

Modulo di valutazione e confronto con gli insegnanti

Ogni laboratorio si conclude con un modulo di valutazione che viene fatto compilare agli studenti, oltre a un confronto con gli insegnanti di riferimento: l’esperienza ci dice che gli studenti hanno bisogno di questi interventi e di affrontare argomenti che riguardano la loro vita quotidiana, quello che accade nel mondo, quello che sentono discutere e dibattere dagli adulti. Occorre continuare in questo lavoro di collaborazione tra diverse realtà per contribuire a sviluppare proposte di senso per le scuole e soprattutto per gli studenti che le frequentano. Per questo rinnoviamo l’invito a tutti, e in particolare, a quanti sono impegnati in aree e ruoli educativi, a partecipare alla conferenza “Nuove Prospettive”.

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