Giovani studenti raccontano la scuola di italiano

16 Maggio 2024
Categorie: Giovani, Migrazioni, Scuole

Siamo D.C. e D.A., abbiamo conosciuto la scuola di italiano organizzata dalla Caritas Diocesana di Faenza-Modigliana tramite la collaborazione tra Fondazione ProSolidarietate e Farsi Prossimo ODV, all’interno del nostro percorso alternativo alle sanzioni disciplinari.

Quando ho saputo che avrei scontato la mia sospensione alla Caritas pensavo che sarei andato a pulire, come mi è capitato di fare a scuola – racconta D.A. – e invece, mi sono ritrovato a insegnare a dei ragazzi venuti da fuori Italia, ho  aiutato un ragazzino a fare i compiti e aiutato nel magazzino alimenti. Mi sono sentito accolto e a mio agio, non è stato difficile perché anch’io ho avuto un’esperienza migratoria come loro e mi sembrava di riviverla. Abbiamo anche intervistato alcuni insegnanti volontari della scuola di italiano, chiedendo di raccontare la loro esperienza in Caritas.

Ecco quello che abbiamo imparato dalle interviste: da quando è ripresa dopo due anni di stop a causa della pandemia, la scuola è strutturata su 4 livelli in riferimento al QCER (Quadro Europeo di riferimento per le lingue): A0, A1, A2 e B1. Tutti i corsi vedono in media coinvolti tre o quattro insegnanti-volontari per lezione: sui corsi più frequentati e dal livello base come l’A0 arrivano anche ad essere sei insegnanti per lezione perché c’è bisogno di un accompagnamento maggiore a volte quasi individualizzato, mentre il livello B1 è l’unico che vede coinvolta una sola insegnante. Su ogni lezione è quasi sempre disponibile almeno un volontario/a che si occupa del babysitteraggio, vista la presenza di studentesse mamme con bambini. Sono impegnati, come aiuto-insegnanti o sul babysitteraggio, anche diversi giovani volontari tra volontari in Servizio Civile e Scout nell’anno di servizio.

Rispetto alla frequenza e al numero di studenti, da settembre 2023 ad aprile 2024 i beneficiari della scuola di italiano L2 sono stati quasi 80.

Parlando con le insegnanti volontarie che ci hanno raccontato la loro esperienza abbiamo capito che imparare la lingua è fondamentale per farsi amici, trovare lavoro e inserirsi nella società. Questo percorso non è sempre facile: le insegnanti ci hanno infatti raccontato che a volte è difficile farsi capire, soprattutto con gli studenti che nel loro paese di origine non hanno frequentato la scuola. Ma tutte sottolineano che la relazione con gli studenti è arricchente e che la loro motivazione deriva dall’importanza che apprendere la lingua ha per queste persone.

Abbiamo chiesto se qualche storia che hanno ascoltato gli sia rimasta particolarmente impressa e Michela ci racconta dell’incontro con un ragazzo senegalese che in Francia aveva provato a iscriversi alla facoltà di filosofia ma questo progetto non era andato in porto; dovendo mandare i soldi alla famiglia rimasta in Senegal, nel frattempo, ha finito la disponibilità economica ed è venuto in Italia dove ha provato a entrare in una squadra di calcio – perché in Senegal giocava a livelli agonistici – ma anche questo progetto non si è realizzato. Nel frattempo gli è scaduto il permesso di soggiorno e ha dovuto accettare un impiego nella raccolta della frutta in campagna per continuare a mandare soldi alla famiglia d’origine aspettando poi la sanitaria per ri-ottenere il permesso di soggiorno.

Laura invece ci ha raccontato che durante il Ramadan un ragazzo del gruppo A0 che abitava molto lontano dalla scuola di Faenza aveva rinunciato ad andare alle lezioni perché senza mangiare e bere non riusciva a percorrere quella distanza in bici. Laura allora si è attivata e chiedendo la disponibilità al parroco, è riuscita ad attivare un mini-corso di lingua italiana nella parrocchia di Reda, che il ragazzo riesce a raggiungere più facilmente. Inizialmente le lezioni erano frequentate da 2-3 studenti ma ora, anche se il Ramadan è finito, la scuola di Reda continua e attualmente è frequentata da 6 studenti con due volontari insegnanti che si sono aggiunti proprio per dare una mano a Laura.

  

In questi mesi anche un altro studente, sempre nell’ambito dei percorsi alternativi alle sanzioni disciplinari, ha avuto l’occasione di conoscere la realtà di Caritas, prestando il suo tempo in diversi servizi: preparazione e distribuzione viveri, aiuto in mensa, aiuto al progetto di agricoltura sociale Terra Condivisa, sistemazione magazzino del progetto di moda etica e inclusione sociale Dress Again, scuola di italiano, ufficio Educazione alla Mondialità, Centro Operativo per ’Alluvione.

M. racconta che è stato colpito dal vedere come vivono e pensano persone in condizioni diverse dalle sue. In particolare gli è rimasto impresso l’incontro con un uomo senza fissa dimora che gli ha raccontato la sua storia: dopo essere stato cacciato di casa dai genitori si è ritrovato a dormire alla stazione dei treni e ha iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti fino a che non ha incontrato la Caritas, da quel momento la sua vita ha iniziato a cambiare.

A conclusione del suo percorso, M. ci racconta che a scuola è molto diverso, più nervoso, e l’esperienza in Caritas gli ha donato un po’ più di spensieratezza e più voglia di partecipare alle attività. M. ci dice anche che la sospensione gli è stata utile per scoprire alcune sue capacità che non sapeva di avere e che l’incontro con persone meno fortunate di lui gli ha fatto capire il valore che ha la sua vita: a volte un piccolo gesto basta a riempire di gioia la propria giornata o quella di qualcun altro.

Oltre a D., D. e M., tra il 2023 e il 2024 gli studenti sospesi coinvolti da Caritas Diocesana Faenza Modigliana, tramite Fondazione ProSolidarietate e Farsi Prossimo ODV, sono stati 40 provenienti da cinque diversi istituti scolastici del territorio dell’Unione della Romagna Faentina.

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