Il “Dress Again” nell’Atlante Italiano dell’Economia Circolare

24 Settembre 2019
Categorie: Farsi prossimo, Volontariato

Recentemente è uscito sul quotidiano Avvenire (online al link: https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/magliette-e-abiti-sostenibili-la-moda-che-salva-il-creato) un articolo di Francesco Gesualdi sul lato ecologicamente “insostenibile” della moda, che lui definisce “fast fashion” indicando le distorsioni che ci accompagnano quando facciamo shopping. Acquisti spesso frettolosi, innescati dal basso prezzo della merce esposta, che non tengono in nessun conto né la qualità dei capi, né i nostri effettivi bisogni. Spesso si fa shopping solo “per stare con gli amici, per seguire la moda, per vincere la noia” e poi ci si ritrova con l’armadio zeppo di vestiario, molto più di quello che, effettivamente, servirebbe, alimentando una delle industrie più inquinanti del pianeta. “La Banca Mondiale afferma che il 20% dell’inquinamento industriale di acque dolci è dovuto al settore della moda”, che è anche ai primi posti per la produzione di Co2, in quanto “il 62% di tutti i filati da cui si ottengono i tessuti sono di tipo sintetico”, cioè ricavati direttamente dal petrolio. Gesualdi termina il suo articolo invitandoci a “comprare solo ciò che serve, in forma duratura e riparabile” e, tra le buone pratiche del vestire sostenibile, mette “la capacità di privilegiare l’usato sul nuovo”.
Riparare, riutilizzare, ridurre al minimo gli sprechi, è il principio base su cui si fonda l’economia circolare, che rappresenta il nuovo paradigma di produzione e consumo a cui tutti dovremmo ispirarci. È una nuova maniera di immaginare prodotti e processi di produzione, che dovranno evolversi per divenire virtuosi, cioè poco impattanti a livello ecologico, ma anche equi e ad alto valore sociale e territoriale.

L’Atlante Italiano dell’Economia Circolare

In Italia esiste una piattaforma web che censisce e racconta le migliori esperienze – sia di privati, sia di realtà associative no-profit – di applicazione di questi principi all’economia reale. Si tratta dell’Atlante Italiano dell’Economia Circolare (https://www.economiacircolare.com/latlante/), curato da un comitato scientifico composto da esperti di settore, da Fondazione Ecosistemi e da ricercatori del Consorzio Poliedra del Politecnico di Milano. Ora anche l’esperienza del “Dress Again”, aperto a Faenza nel 2016, sta per entrare a farne parte. Il negozio, che si trova in via S. Ippolito, è nato da un progetto finanziato con i fondi dell’8xmille della chiesa cattolica, grazie alla collaborazione tra la Caritas Diocesana e l’organizzazione di volontariato “Farsi Prossimo”, che attualmente lo gestisce.

Nel negozio si respira una bella atmosfera, gli ambienti e le vetrine sono curate e gli abiti usati esposti sono scelti con cura dalle volontarie. Soprattutto, però, acquistare qui rappresenta una scelta etica ed educativa, proprio perché ha un impatto diverso sull’ambiente.

L’esperienza del “Dress Again” è entrata nell’Atlante grazie alla partecipazione ad un concorso nazionaleStorie di Economia Circolare – che offre alle varie realtà l’opportunità di farsi conoscere, dando visibilità a livello nazionale a chi promuove buone pratiche in campo economico.

«Noi non siamo né giornalisti, né professionisti dell’informazione» racconta Cristina, volontaria della “Farsi Prossimo” «però, quando ho saputo del concorso, ho pensato fosse un’ottima occasione per far conoscere l’esperienza del “Dress Again” oltre i confini faentini. Volontari e operatori coinvolti hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa e ora un articolo, che racconta la storia del negozio – e delle altre iniziative di sensibilizzazione alla sostenibilità ambientale e sociale portate avanti dalla nostra organizzazione di volontariato- è online, in attesa di essere votato! Non sappiamo ancora se l’articolo sarà tra i finalisti del concorso, ma un risultato importante è già stato raggiunto. Essere presenti sull’Atlante dell’Economia Circolare “certifica” la doppia virtuosità della nostra associazione: non solo ci adoperiamo per sostenere persone in difficoltà socio-economica, ma anche per aiutare l’ambiente in cui viviamo

 Se volete saperne di più potete leggere l’articolo in concorso “Dress Again: quando in passerella sfila il profilo sociale della moda”. Fino al 30 settembre sarà anche possibile votarlo online al link: https://www.economiacircolare.com/dress-again-quando-in-passerella-sfila-il-profilo-sociale-della-moda/

 

Cristina Ghetti

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Dress Again: sfilata di moda etica

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