Diritto all’abitare: il bisogno di sentirsi a casa. Report della Caritas Emilia-Romagna

7 Dicembre 2023
Categorie: Povertà

Venerdì 1° dicembre 2023 alle 10.30, presso la sala Santa Clelia in Curia a Bologna, l’Osservatorio Povertà e Risorse Caritas presenta la sintesi del report sull’evoluzione dei bisogni delle popolazioni più vulnerabili nel territorio Emiliano-Romagnolo.

Quanti poveri ci sono in Emilia-Romagna? Nel 2022 Caritas ha incontrato 27.949 persone che stavano affrontando un momento di difficoltà. Spesso, dietro a queste persone, c’è una famiglia intera che sta facendo fatica ad arrivare a fine mese. Sommando i componenti familiari, si può affermare che Caritas abbia aiutato almeno 70.000 persone. Caritas le sostiene con un’integrazione alla spesa alimentare e un sostegno per le spese abitative, scolastiche e sanitarie.

QUANTI – Nel 2022 si è registrato un aumento del 20% del numero delle persone incontrate rispetto al 2021; incremento che può dirsi legato principalmente all’accoglienza delle persone di cittadinanza ucraina in fuga dal conflitto scoppiato proprio nel febbraio del 2022 (il numero degli stranieri di cittadinanza ucraina sostenuti da Caritas è aumentato del +410%). Oltre all’arrivo di persone ucraine in fuga dal conflitto, ha inciso sulla crescita degli assistiti anche l’aumento dei prezzi al consumo. Questi fenomeni, collegati a processi macro-economici di respiro internazionale, hanno portato all’ incremento delle persone rivoltesi per la prima volta ad un Centro di Ascolto Caritas rispetto all’anno precedente.

PRIMI ACCESSI – Le persone che si sono rivolte per la prima volta ai Centri di Ascolto   e Servizi Caritas nel 2022 sono state il 41% del totale. Come già accennato, la guerra in Ucraina ha modificato tutti i dati; è preoccupante che 2.600 italiani si siano rivolti per la prima volta nel 2022 alla Caritas. Cosa si è rotto nel loro equilibrio socio-economico? Quali sono i principali fattori? Le situazioni sono complesse e molto personali, tuttavia, si ritiene che abbiano una forte incidenza il problema lavorativo (disoccupazione ma anche lavoro povero) e il bisogno abitativo. Accanto alle nuove povertà si aggiungono coloro che sono accompagnati da più tempo dalla rete Caritas (anche in modo intermittente): purtroppo risulta che quasi una persona su quattro (23%) è in difficoltà da almeno 5 anni; uno ‘zoccolo duro’ che ha bisogno dei servizi offerti da Caritas.

ETA’ – Principalmente si rivolgono ai Centri di Ascolto Caritas persone nella fase di attività lavorativa: l’83% ha un’età compresa tra i 25 e i 64 anni, in particolare quasi la metà appartiene al range 35-54 anni (49%), quando le persone, oltre al proprio sostentamento, devono farsi carico anche della famiglia e di figli in età scolare. E’ in aumento la percentuale delle persone di età superiore ai 65 anni, che sono in pensione o vi ci stanno avvicinando. Nel 2022 sono state il 12% sul totale (nel 2019 erano il 10%). Queste persone sono principalmente di cittadinanza italiana (quasi due su tre).

NAZIONALITA’ – Il 33% delle persone incontrate è di nazionalità italiana: da anni, la nazionalità italiana è quella più rappresentata tra le persone che si affacciano in Caritas.

Ben il 23% delle persone italiane incontrate è over 65, trattasi sia di disoccupati che hanno faticato a reinserirsi nel mondo del lavoro, che di pensionati che si rivolgono alla Caritas perché hanno una pensione insufficiente e devono anche aiutare figli e nipoti rimasti disoccupati. Solo il 2% ha meno di 25 anni, segno che il giovane italiano di solito resta in famiglia a lungo e, se la famiglia è in difficoltà, sono i genitori ad attivarsi e a rivolgersi a servizi e istituzioni.

Il 65% delle persone incontrate non è di nazionalità italiana e il 2% ha doppia cittadinanza. L’Ucraina rappresenta il 14%, il Marocco il 13%, la Nigeria 5%, la Tunisia 5% e la Romania 4% del totale delle presenze in Caritas. Le prima tre nazionalità (Italia, Ucraina e Marocco) rappresentano insieme il 60% del totale delle persone che si sono rivolte a Caritas, anche se le nazionalità incontrate sono circa 130. Questo è significativo per pensare alla varietà e complessità di incontri tra culture diverse e alla cura che si ha nell’intessere relazioni di aiuto.

FAMIGLIE – Dall’analisi dei dati emerge che più di una persona su 4 è celibe o nubile (28% dei nuclei incontrati), il 17% separata o divorziata, il 49% coniugata, e il 5% vedova, (l’1% ha indicato Altra voce). Il 29% vive da sola, il 9% con conoscenti e il 60% vive con la propria famiglia o con parenti (il 2% ha indicato Altra voce). Il 77% dichiara di avere figli.

Da questo quadro emergono due profili predominanti: da un lato famiglie pluri-componente con marcate vulnerabilità socio-economiche, dall’altro individui soli, per i quali si acuisce il rischio di sfociare in condizioni di marginalità senza opportunità di risalita.

LAVORO – Dai dati 2022, si evince che il lavoro non è sinonimo di autonomia, soprattutto in Emilia-Romagna. Una persona su quattro incontrate dalle Caritas ha un lavoro che però non è sufficiente per le esigenze della famiglia. A volte si tratta di un lavoro a chiamata, oppure stagionale si pensi al settore dell’agricoltura o del turismo) oppure si tratta di un lavoro part time involontario, con una retribuzione contenuta e a volte non sufficiente per il fabbisogno.  Ci sono poi il lavoro in nero e in grigio (in cui solo una parte delle ore viene dichiarato). Quindi il lavoro c’è, ma non è sufficiente: produce un reddito, ma anche la frustrazione per non essere autonomi nel bilancio familiare.

Il 45% delle persone incontrate è disoccupato, in cerca di un’occupazione; sono loro quelli che chiedono maggiormente aiuto.

BISOGNI – Ci sono nuove e vecchie povertà che producono grave marginalità, povertà alimentare, familiare, abitativa, energetica, ma anche povertà educativa, digitale e lavoro precario.

Da anni i bisogni maggiormente rilevati sono quelli relativi a problemi economici: reddito insufficiente o proprio l’assenza di reddito. A seguire viene segnalato il bisogno di occupazione; in particolare, vengono individuati i problemi di disoccupazione, lavoro precario e sottoccupazione. I problemi economici e quelli lavorativi sono strettamente collegati tra loro: se la situazione occupazionale migliora, ne conseguirà anche un miglioramento della situazione economica.

Altro tema “caldo” è la questione casa: il bisogno più evidenziato è la mancanza di casa, di seguito l’accoglienza provvisoria e poi la mancanza di residenza anagrafica, l’abitazione precaria e inadeguata e lo sfratto per morosità.

INTERVENTI PRINCIPALI – Nel 2022, in Emilia-Romagna, Caritas ha dato quasi 300.00 borse viveri, in costante aumento rispetto agli anni precedenti. Ha fornito 200.000 pasti caldi e ha effettuato 65.000 interventi relativi al posto letto.

La casa per ultima?

Tra le problematiche dei nuclei ascoltati emerge in particolare il tema dell’abitare. Il 22% dei nuclei ascoltati (6.402) ha espresso almeno un bisogno abitativo. Di questi, il 50,3% si dichiara senza dimora, mentre il 49,7% vive in un’abitazione, spesso inadeguata rispetto alle esigenze dei componenti del nucleo. Il 44,2% dei senza dimora vive in strada o in soluzioni di fortuna. Sono per la maggior parte uomini soli di età compresa tra i 35 e 54 anni, di nazionalità extra europea, privi di impiego e scarsamente scolarizzati. Chiedono pasti caldi e soluzioni alloggiative per la notte.

Tra chi dichiara di possedere una dimora abituale, il 42,8% vive in affitto da privati e il 5,34% in alloggi pubblici. In entrambi i casi si tratta nuclei familiari pluri-componente i cui bisogni vengono rappresentati da donne disoccupate ma scolarizzate (con licenza media o titoli superiori). I nuclei che vivono in alloggi in affitto da privati sono prevalentemente stranieri, mentre la quota si abbassa tra chi vive in alloggio in affitto da ente pubblico.

Emerge poi un nucleo di proprietari (1,54 % tra chi dichiara di possedere dimora), i cui bisogni sono maggiormente rappresentati da donne di nazionalità italiana che vivono assieme ai propri familiari o parenti. Nonostante rappresentino un numero contenuto dei beneficiari degli interventi di Caritas, questi nuclei sono portavoce di un progressivo impoverimento delle famiglie a causa della sfavorevole congiuntura economica attuale.

Per sopperire ai bisogni abitativi dei nuclei che si rivolgono ai Centri di Ascolto, Caritas interviene erogando prioritariamente contributi di sostegno alle utenze, che gravano sempre di più sulle spese correlate all’abitazione, e al pagamento del canone di locazione, che rappresenta una voce di spesa sempre più significativa soprattutto nei capoluoghi di provincia.

Al contempo, attraverso progettazioni dedicate, Caritas si impegna nel fornire risposte abitative concrete e innovative, ideate in collaborazione con diversi enti del territorio e sostenute grazie all’indispensabile supporto di operatori e volontari che lavorano a stretto contatto con le comunità parrocchiali.

La casa arriva sempre per ultima, la perdita di una casa è sempre più l’ultimo passo prima del baratro. Caritas cerca di essere per le famiglie in disagio abitativo l’ultima rete di sicurezza oltre la quale non è facile recuperare in termini di risalita. Come fare affinché la casa non sia sempre l’ultimo dei temi ma il primo punto da affrontare? Occorre una nuova mentalità e responsabilità collettiva che negli ultimi anni si è persa e che rischia, anche per Caritas, di non uscire da una logica di intervento emergenziale. Entriamo allora nelle case degli ultimi in punta di piedi per ascoltare cosa sia abitare per ogni famiglia o persona e cercando di trovare nelle risorse delle persone accolte la leva per ritornare tutti ad “abitare”.

Il video su Tg3 con Maria Chiara Lama, referente Osservatorio Caritas Emilia-Romagna

https://www.rainews.it/tgr/emiliaromagna/notiziari/video/2023/12/TGR-Emilia-Romagna-del-03122023-ore-1930-c96db65d-f53f-4bd3-99c8-942051cf5b86.html

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