Giustizia riparativa : costruire nuove forme di relazione

11 Giugno 2024
Categorie: Parrocchie

Il Convegno. Presentato il progetto nazionale che ha coinvolto otto Caritas

 

Nel corso del convegno organizzato da Carita Italiana il 7 e 8 giugno a Roma sono stati presentati i risultati del Progetto sperimentale nazionale di Giustizia riparativa. Un progetto che ha coinvolto otto Caritas diocesane, attive nei rispettivi territori a promuovere percorsi di riconciliazione nelle carceri, nelle scuole, nelle comunità

 

«La giustizia riparativa è un approccio volto a fronteggiare il danno o il rischio di danno coinvolgendo tutte e tutti coloro che ne sono toccati per raggiungere un’intesa comune e un accordo su come il danno o il torto può essere riparato e giustizia ottenuta. (…)

Anziché separare le persone o escludere quelle percepite come una minaccia, i processi riparativi ripristinano protezione e sicurezza proprio riunendo le persone così da annullare l’ingiustizia, riparare il danno subito e alleviare la sofferenza attraverso il dialogo e l’intesa. La giustizia riparativa è appropriata ed efficace nei contesti di giustizia, sicurezza, peace building, educazione, sviluppo sociale, sostegno familiare, diritti e benessere di bambine e bambini, così come nella vita organizzativa e comunitaria»

EFRJ, Manual on restorative justice values and standards for practice, 2021

 

«Se la giustizia riparativa è un paradigma, lo dobbiamo diffondere in tutte le azioni che la Caritas porta avanti». Così don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, fa il punto della situazione rispetto all’impegno nell’ambito della giustizia riparativa (o restorativa). L’occasione è data dal convegno che si è tenuto a Roma il 7 e l’8 giugno.

Il Progetto sperimentale di giustizia riparativa promosso da Caritas Italiana in collaborazione con PiscoIus, Scuola romana di psicologia giuridica, ha coinvolto otto Caritas diocesane di tutto il Paese – Agrigento, Ancona, Cerignola, Cuneo-Fossano, Milano (in particolare la zona di Lecco), Napoli, Prato, Verona – e ha avuto gli obiettivi di far conoscere la Giustizia riparativa, divulgare e sperimentare il paradigma e al tempo stesso testimoniare la fattibilità di un percorso dove Caritas può essere protagonista nel produrre cambiamenti coinvolgendo la comunità.

«La giustizia riparativa è un paradigma», ribadisce Patrizia Patrizi, ordinaria di Psicologia giuridica e pratiche di giustizia riparativa presso l’Università di Sassari, presidente dell’European Forum for Restorative Justice. «Dobbiamo ripeterlo – continua – perché il cambiamento è difficile. Non è un modello e non è limitato a un sistema penale: se lavoriamo con le comunità riusciamo ad adottare il cambiamento».

«Non bisogna – ha ricordato Andrea Molteni, sociologo di Caritas Ambrosiana – cadere nella trappola della delega riparativa da parte di un sapere esperto. La riparazione non è un effetto degli esperti, ma l’effetto di un processo fra persone e comunità». 

Il Convegno ha visto anche l’intervento di Maria Costanza Cipullo, referente per l’educazione alla salute, alla legalità e all’educazione finanziaria del Ministero dell’Istruzione e del Merito («Bisogna sensibilizzare sempre più e formare docenti. La prima cosa che un docente deve fare è gestire la mediazione, saper ascoltare, essere una guida») e dell’ex magistrato Gherardo Colombo, presente con un videomessaggio: «Il futuro della giustizia riparativa dipende dall’impegno che le persone ci mettono e prima ancora dalla pratica, perché non è semplice e coinvolge le emozioni».

Molti gli spunti dalle otto realtà diocesane coinvolte. Alcuni flash.

:: Cerignola – Ascoli Satriano: «Siamo partiti dalle scuole. Dopo il terzo incontro una docente ci ha detto che aveva applicato alcuni nostri suggerimenti e avevano funzionato. Abbiamo incontrato assistenti sociali e avvocati. Poi ragazzi e ragazze del centro educativo. Obiettivo: coinvolgere la comunità tutta».

:: Ancona-Osimo: «Abbiamo diffuso, sensibilizzato, proposto film sul tema del carcere, evento al quale la cittadinanza ha risposto bene. Incontri pubblici con protagonisti di percorsi di riconciliazione».

:: Verona: «Abbiamo iniziato a lavorare con le scuole superiori e quest’anno anche con una quinta elementare. Siamo entrati nelle carceri e abbiamo sempre ascoltato prima di parlare perché volevamo capire bene».

:: Milano: «Con operatori e cittadini volontari abbiamo proposto delle storie nelle scuole, così gli studenti hanno potuto ragionare attorno al conflitto».

:: Prato: «La nostra idea iniziale era partire lentamente, ma le parrocchie sono aumentate da cinque a nove. Per noi un successo. Alla fine, una parrocchia ci ha detto: “Noi ora stiamo meglio perché qualcuno ci ha dato uno spazio di parola”».

:: Fossano: «Sono state contattate persone appartenenti a realtà molto diverse, a cui ha fatto seguito un bel passaparola. Diversi gli incontri di sensibilizzazione che abbiamo promosso».

:: Napoli: “Abbiamo lavorato più con i ragazzi studenti che con gli insegnanti. Tutti i nostri incontri, non solo nelle scuole, sono stati caratterizzati dall’impegno di abbattere il muro di indifferenza».

:: Agrigento: “All’inizio abbiamo riscontrato molte resistenze. Ci siamo demoralizzati, ma senza mai perdere l’entusiasmo. Poi è arrivato il cambiamento: da una comunità che non riusciva a mettersi in ascolto a una comunità aperta al dialogo».

 

Importanti nella giornata di sabato le sessioni parallele di lavoro e i contributi di Gianluigi Lepri e Lucrezia Perella, del Team delle pratiche di giustizia riparativa dell’Università di Sassari («Cerchiamo di portare avanti una trasformazione interiore…»), Micaela Furiosi de “L’Innominato”, tavolo lecchese della giustizia restorativa («un gruppo di cittadini che ha provato a conoscere una giustizia gentile perché non parte dall’alto, perché attenta alle relazioni, perché attende i tempi delle persone, che devono essere preparate a quell’incontro…»). A tracciare alcune sottolineature finali e delineare le prospettive per il lavoro che ci attende (con un invito alla creatività e a sognare “città riparative”) è stata Cinzia Neglia, referente per Caritas Italiana dell’ambito Giustizia.

 

Tutte le informazioni e i materiali si trovano al link:
www.caritas.it/convegno-sulla-giustizia-riparativa 

  • Categorie

  • Tag Cloud

  • Archivio

  •   Articolo precedente
    «
     
     Articolo successivo
    »
    Cancel

    Necessari

    I cookie necessari sono i cookie tecnici cioè quelli il cui utilizzo non richiede il consenso dell’utente.

    Questi cookie sono essenziali per consentire di navigare in un sito web e utilizzarne tutte le funzionalità. Senza questi cookie, che sono assolutamente necessari, un sito web non potrebbe fornire alcuni servizi o funzioni e la navigazione non sarebbe agevole e facile come dovrebbe essere. Un cookie di questo tipo viene inoltre utilizzato per memorizzare la decisione di un utente sull’utilizzo di cookie sul sito web.

    I cookie tecnici sono essenziali e non possono essere disabilitati utilizzando questa funzionalità.
    In generale comunque i cookie possono essere disattivati completamente nel proprio browser in qualsiasi istante.

    Chiudi

    Cancel

    Statistiche

    I cookie statistici vengono utilizzati per monitorare le performances del sito, per esempio per conoscere il numero di pagine visitate o il numero di utenti che hanno visualizzato una determinata sezione.

    I cookie statistici utilizzati dal nostro sito si avvalgono di servizio di Google Analytics.

    L’analisi di questi cookie genera dati statistici anonimi e aggregati senza riferimento alcuno all’identità dei navigatori del sito. Sono utili anche per valutare eventuali modifiche e miglioramenti da apportare al sito stesso.

    Chiudi

    Cancel

    Targeting

    I cookie di targeting sono cookie impostati da terze parti come YouTube, Facebook, Twitter.

    Questi cookie tengono traccia del tuo comportamento come la riproduzione di video o quali tweet hai già visualizzato.

    Se non viene dato il consenso a questi cookie, non sarà possibile guardare i video su questo sito web o utilizzare la funzionalità di condivisione sui social.

    Questi cookie possono essere utilizzati dal fornitore di cookie per creare un profilo dei tuoi interessi e mostrarti pubblicità pertinenti su altri siti. Non memorizzano direttamente informazioni personali, ma si basano sull'identificazione univoca del browser e del dispositivo Internet.

    Chiudi