Caritas, le sfide del futuro per affrontare le povertà emergenti

11 Novembre 2020
Categorie: Emergenze, Povertà

Non abbandonare chi ha perso legami sociali, né chiudersi in sé stessi ma animare tutta la comunità per affrontare le sfide del presente: sono questi i punti imprescindibili che hanno caratterizzato l’operato della Caritas diocesana in questi mesi di pandemia e che saranno altrettanto fondamentali per il futuro. Ai nuovi bisogni emersi si è deciso di rispondere con nuove soluzioni, come per esempio nuove modalità di distribuzione dei pacchi viveri e il coinvolgimento maggiore delle realtà parrocchiali, più capaci di intercettare le necessità del territorio. E in futuro è in cantiere la realizzazione di un nuovo dormitorio in grado di rispondere meglio a un contesto che mette a dura prova chi vive sotto la soglia di povertà.

I numeri dei primi 6 mesi del 2020

Questi primi sei mesi dell’anno i dati hanno testimoniato la necessità di fare un ‘passo in più’: la Caritas ha scelto di non interrompere mai né gli interventi in aiuto ai poveri tramite il Centro di Ascolto, né l’azione di animazione alla comunità, anzi, ha provveduto a potenziarli. Se in tutto il 2019 il Centro di Ascolto diocesano ha distribuito 6.500 pasti, nel primo semestre del 2020 sono stati 5.670, in parte in modalità take-away. L’aumento delle povertà estreme e delle famiglie in condizione di disagio ha reso necessario un investimento ulteriore in assistenza, anche in coordinamento con il Comune e altre istituzioni e in collaborazione con le parrocchie, come raccontano i numeri degli ospiti che hanno avuto bisogno di aiuto. «All’inizio dell’emergenza come Caritas abbiamo dovuto far fronte a interventi rapidi per garantire il supporto a nuove fasce di povertà – spiega il direttore della Caritas diocesana, don Marco Ferrini – Sia gli interventi tramite pacchi viveri sia come mensa sono notevolmente aumentati nei primi sei mesi dell’anno, e in questo periodo abbiamo riscontrato l’emergere di nuove povertà, in particolare per quanto riguarda famiglie e persone italiane».

Nonostante le difficoltà, proseguono i servizi Caritas

Da qui la necessità di attivare nell’immediato tutti i protocolli necessari per garantire il supporto a chi è stato travolto dagli effetti dell’emergenza sanitaria: sono continuati così a essere garantiti, tra gli altri, la distribuzione di pacchi viveri, il servizio docce e l’accoglienza notturna, pur con tutti gli accorgimenti di distanziamento e igienizzazione necessari per garantire sicurezza agli ospiti, operatori e volontari. Tanti nuovi volti, soprattutto di giovani, si sono affacciati al Centro di Ascolto diocesano garantendo il mantenimento di servizi normalmente svolti da volontari anziani, impossibilitati a offrire il loro contributo.

Attivati dei ‘panieri’ solidali con i fondi dell’8xmille

Le necessità di questo periodo spingono però a giocare in futuro la sfida del Covid al rialzo: sono così diversi i progetti che la Caritas sta portando avanti per affrontare al meglio i prossimi mesi. Anche nell’ottica di garantire nuovi supporti alla povertà, partiranno nei prossimi giorni i lavori nella parrocchia S. Domenicoper la realizzazione del nuovo dormitorio a disposizione del Centro di Ascolto. Inoltre sono stati attivati nei giorni scorsi 30mila euro di fondi 8xmille come risorse straordinarie per la pandemia: con queste risorse saranno acquistati e distribuiti ‘panieri’ di prodotti di prima necessità, freschi e secchi, che saranno distribuiti alle famiglie dal Centro di Ascolto e da undici Caritas parrocchiali.
Un cammino che la Caritas diocesana sta portando avanti collaborazione con tante realtà locali, e tutta la comunità faentina ha risposto positivamente attraverso donazioni di associazioni e privati arrivate finora a 33mila euro. «Ringraziamo tutti coloro che ci stanno dando una mano ad aiutare chi ha bisogno – sottolinea don Marco – Oltre agli aiuti materiali, non è da sottovalutare nemmeno il supporto psicologico e sociale che questa emergenza sanitaria ha portato».

Don Marco Ferrini: “Fondamentali non solo gli aiuti materiali ma un supporto a 360 gradi”

Non solo assistenza, dunque, ma garantire un supporto a 360 gradi in grado di aiutare le persone a rialzarsi autonomamente, valorizzando la propria persona. «Questo tempo difficile – prosegue don Marco – ci ha permesso di riflettere più intimamente sul mandato e la vocazione che siamo chiamati a svolgere come Caritas, che è soprattutto animare la comunità parrocchiale con dei segni che educhino a porre attenzione all’altro con spirito di fede. Da qui la volontà di stimolare le singole Caritas parrocchiali a farsi carico della povertà del territorio: il Coronavirus ha portato alla luce un isolamento che spesso sfocia nell’individualismo, e questa distanza con l’altro rischia, col passare del tempo, di diventare quasi un fatto normale. Bisogna invece ripartire dalle relazioni di prossimità, e formare operatori e volontari delle Caritas parrocchiali a essere capaci di svolgere servizi di assistenza nel modo giusto, che non riguardano solo l’aiuto materiale ma soprattutto quello che instaura una relazione positiva con le persone più fragile. Penso sia un passo importante da fare per ognuno di noi, come ci esorta il Pontefice a ‘lasciarci evangelizzare dai poveri’». Tra le altre luci di questo periodo scuro, da sottolineare la risposta data dai giovani nel lanciarsi in attività di servizio, attraverso progetti come l’orto sociale Terra Condivisa e il laboratorio sartoriale Dress Again. «In questi mesi mi ha colpito molto la loro disponibilità a lasciarsi coinvolgere nei servizi – commenta don Marco – e da questi bei segnali bisogna ripartire».

Per chi volesse dare il proprio contributo come volontario, a seconda dei propri talenti e disponibilità nei vari servizi Caritas, può contattare il Centro di Ascolto tel. 0546 680061 o via mail accoglienza@caritasfaenza.it

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