Caporalato in Romagna, a Faenza il 17 gennaio una serata con la vice prefetto Maria Rosaria Mancini

12 Gennaio 2022
Categorie: Lavoro, Migrazioni

Il fenomeno del caporalato spesso è più facilmente associato ai territori del Sud Italia, ma risale a non più di un anno e mezzo fa l’operazione anti-caporalato che riguardò 45 richiedenti asilo impiegati nelle campagne romagnole in condizioni di schiavitù che lavoravano a 50 euro al mese per oltre 80 ore settimanali, alloggiati in casolari degradati. Purtroppo non mancano anche sul nostro territorio, situazioni di caporalato e/o di grave sfruttamento lavorativo, nonostante da sempre esista e ci si batta per una cultura di tutela del lavoro.

L’attuale situazione di emergenza sanitaria, inoltre, ha aggravato ulteriormente alcune situazioni di precarietà e fragilità, accanendosi proprio sui più deboli e rendendo ancora più facili quei meccanismi che sono alla base di fenomeni di sfruttamento lavorativo come il ricatto, l’impossibilità di scegliere, la necessità di adeguarsi a tutto pur di sopravvivere.

Secondo i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro riportati nel “Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020-2022″, su oltre 7 mila accertamenti effettuati nel 2018, si è registrato un tasso di irregolarità pari al 54,8%, con oltre 5 mila lavoratori interessati dalle violazioni. Dei lavoratori irregolari, il 74% circa risultava impiegato nel settore agricolo, e per oltre la metà si trattava di cittadini stranieri.

La rete Sipla per proteggere i lavoratori agricoli

Qual è il volto di questo fenomeno nello specifico del territorio emiliano-romagnolo? Quali caratteristiche assume? Farsi Prossimo, da gennaio 2020 inserita nella rete Sipla (Sistema Integrato di Protezione dei Lavoratori Agricoli), ha deciso di affrontare la tematica del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in ambito agricolo nella serata di lunedì 17 gennaio 2022 alle 20.30 al Teatro Cinema Europa in via S. Antonino 4 a Faenza, invitando a relazionare sul fenomeno uno dei coordinatori del progetto Sipla, Alessandro Armando, che spiegherà approfonditamente come ha preso avvio e come funziona la rete, le sue sfaccettature nazionali, i diversi volti del caporalato e le modalità con cui viene affrontato, e la vice prefetto, Maria Rosaria Mancini che darà uno sguardo più dettagliato sul fenomeno nello specifico del territorio romagnolo, delineando quali sfaccettature assume e le azioni di contrasto messe in campo. La serata, inoltre, prenderà avvio con i saluti dell’Assessore al Welfare del Comune di Faenza, Davide Agresti.

Farsi Prossimo si sta interrogando molto sul fenomeno del caporalato, mentre già agisce, in collaborazione con Caritas e in rete con il territorio provinciale e nazionale, a fianco dei più deboli, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo, attraverso uno sportello di ascolto e conseguenti servizi di sostegno ai bisogni di base, per poi accompagnare le persone con un percorso più approfondito di tutela lavorativa, formazione e ricerca del lavoro.

La rete Sipla, di cui Farsi Prossimo è parte, è messa in campo da Arci e Consorzio Communitas, con il sostegno di Caritas Italiana e grazie ai fondi FAMI e fondi FSE con il bando 1/2019 del Ministero del Lavoro e il Ministero delle Politiche Sociali. L’obiettivo è proprio quello di aiutare i lavoratori agricoli stranieri ad uscire dalla morsa del caporalato grazie a servizi di accompagnamento lavorativo, sportelli informativi, accordi con aziende agricole e agenzie di formazione, offerta di soluzioni abitative alternative agli insediamenti informali e sostegno nella denuncia di situazioni di sfruttamento.

 Tante volte, nel nostro territorio, il fenomeno sembra meno presente semplicemente perché si intreccia e si nasconde molto più facilmente dietro ad altre forme di sfruttamento lavorativo. I casi di caporalato emersi nella primavera 2020, con migranti afghani e pachistani impiegati in aziende dei territori di Castrocaro Terme, Bagnara di Romagna, San Clemente e San Giovanni in Marignano pagati da loro connazionali pochi euro al giorno e condannati a vivere in condizioni disumane, hanno sollevato il velo su una realtà finora rimasta nell’ombra in una regione che si immaginava quasi immune da questa piaga.

L’importante opera di indagine che porta in superficie situazioni di sfruttamento, spesso, è “solo” la parte finale del problema, che per essere risolto va analizzato, conosciuto e affrontato nella sua complessità, alla radice e in rete con realtà pubbliche, private, sociali e aziendali. E’ quello che si inizierà a fare, invitando anche la cittadinanza a partecipare, nella serata di lunedì 17 gennaio.

Iscrizioni entro il 15.01.2022: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfKOn4KOpZiV4U35s57TzZNKTStgj5XeMw7FPFVQQip12KOOA/viewform

MODALITA DI PARTECIPAZIONE: ONLINE E IN PRESENZA

Per chi parteciperà on-line, serve comunque l’iscrizione e verrà inviato il link 

 

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